«Per chi non è stato a Roma dirò che dalla Porta San Giovanni in Laterano, guardando a scirocco, si scorge dopo quattordici miglia di una pianura leggermente ondulata, ove non sorge un albero ma solo sepolcri e infranti acquedotti, si scorge, dico, nel vapore de' giorni sereni, una linea di monti azzurri di grandiose forme che, partendo dalla Sabina, si vengono alzando con variati e graziosi contorni sino ad una punta più elevata di tutte, detta Monte Cavi. Da questa s'abbassa di nuovo la catena, e con un declivio moderato ed una lunghissima linea, scende alla pianura e vi si perde a non gran distanza dal mare.»
(Massimo d'Azeglio, I miei ricordi, Milano, BUR, 1966, cap. 19 p. 236; I edizione, postuma, 1867)
Monte Cavo, comune di Rocca di Papa, in una cartolina del 1910 (con altitudine approssimativa).
Il territorio dei Castelli Romani è un'area di natura vulcanica, originata dal crollo del Vulcano Laziale alcune centinaia di migliaia di anni fa. La bocca principale del Vulcano Laziale occupava l'intera aerea della cintura interna dei Castelli: in seguito collassò dando origine a varie bocche secondarie, di cui la più importante era l'attuale Monte Cavo (949 ms.l.m.). Le altre bocche minori del Vulcano sono divenute dei bacini lacustri tra i 100 000 e i 20 000 anni or sono, e in gran parte sono stati prosciugati nel corso dei secoli.
Secondo la classificazione data dal Servizio Geologico d'Italia[3] la maggior parte del territorio dei Castelli Romani è composta da terreni classificati come v2[4], cioè materiale eruttivo finale che ha dato origine al famoso peperino. Le zone di estrazione più note del peperino sono a Marino, ad Albano, ad Ariccia e in alcune aree della Valle Latina.
La zona dei Colli Albani in origine era costituita unicamente dal Vulcano Laziale, che iniziò la sua attività circa 500 000 anni fa.
Il processo di sviluppo del vulcano si divide in più parti:
Origine: l'accumulo dei materiali vulcanici determinò l'edificio centrale, che si sviluppava tra il Mar Tirreno e i rilievi appenninici.
Questa fase, iniziata 500 000 e conclusasi 360 000 anni fa, si chiuse con la formazione di una grande caldera il cui orlo costituisce il recinto esterno del vulcano medesimo, ovvero la cinta montuosa costituita dalle alture del Tuscolo e dell'Artemisio, e che viene appunto definito recinto tuscolano-artemisio.
Seconda fase (500-300 000 anni fa): grazie alla continua ed incessante attività vulcanica si forma un cono minore all'interno del recinto tuscolano-artemisio, avente come cratere la zona dei Campi d'Annibale, e l'orlo, dato dalle propaggini di Monte Cavo e del Maschio delle Faete, che costituiscono il recinto interno.
Terza fase, detta di Attività idromagmatica (150-30 000 anni fa): la terza ed ultima fase si caratterizzò per le forti esplosioni legate al contatto tra magma ed acqua. Queste esplosioni furono all'origine della formazione di crateri eccentrici, i quali, riempitisi d'acqua, formarono i laghi Albano, di Nemi, e quelli prosciugatisi di Valle Ariccia e di Valle Marciana.
La cime più elevate dei Colli Albani sono le seguenti:
Tuttavia, sotto i 600 ms.l.m. si elevano un po' dovunque altre alture importanti, come Colle Tondo (596 ms.l.m.) e Colle Caldaro (467 ms.l.m.) in comune di Genzano di Roma, Monte Gentile (568 ms.l.m.) in comune di Ariccia, l'altura del centro storico di Nemi (521 ms.l.m.), le alture del centro storico di Castel Gandolfo (392 ms.l.m.) e di Villa Vaselli (381 ms.l.m.) in comune di Castel Gandolfo, Monte Crescenzio (379 ms.l.m.) e Belpoggio (376 ms.l.m.) in comune di Marino, il Colle dei Cappuccini (380 ms.l.m.) e Colle degli Olmi (405 ms.l.m.) in comune di Velletri e Monte Savello (280 ms.l.m.) in comune di Albano Laziale. Sono da menzionare anche le altitudini dei centri storici di Monte Compatri (576 ms.l.m.), Monte Porzio Catone (451 ms.l.m.), Lanuvio (327 ms.l.m.) e Colonna (364 ms.l.m.).
La principale risorsa idrica dei Castelli è rappresentata dai due laghi vulcanici Albano e di Nemi. Entrambi i laghi, insieme ad altri bacini in seguito prosciugati, sono nati durante la fase idromagmatica del Vulcano Laziale, dall'incontro del magma e dell'acqua nel sottosuolo, tra i 100 000 e i 20 000 anni fa.
Oltre al Lago Albano ed al Lago di Nemi vanno menzionati i laghi prosciugati di Campovecchio a Grottaferrata, del Laghetto di Turno o di Pavona a Castel Gandolfo e del Laghetto di Giuturna (diventato in seguito Valle Pozzo) ad Albano Laziale, di Vallericcia ad Ariccia, del Pantano della Doganella a Rocca Priora, di Pantano Secco e di Prata Porci a Monte Porzio Catone, e del leggendario Lago Regillo a Frascati.
Tutto il territorio dei Castelli Romani è bagnato da piccoli corsi d'acqua a carattere torrentizio, chiamati fossi o marane. Fra questi ricordiamo:
Marana delle Pietrare o di Patatona, che interessa i comuni di Rocca di Papa e Marino;
Fosso della Torre o di Montelungo, che interessa i comuni di Castel Gandolfo e Marino;
Fosso di Cancelliera, che interessa i comuni di Albano Laziale ed Ariccia;
Fosso di Montagnano, che interessa i comuni di Albano Laziale, Genzano di Roma e Ariccia;
Fosso di Valle Caia, che interessa i comuni di Genzano di Roma e Velletri;
Fosso di Anatolia, che interessa il comune di Velletri;
Marana di Valle Marciana, che interessa il comune di Grottaferrata.
Il territorio castellano abbonda di acque sorgive: tra le sorgenti idriche più conosciute ricordiamo quelle di:
Acqua Algidiosa, nel territorio di Rocca Priora, che assicura l'approvvigionamento idrico a Frascati e all'area tuscolana;
Squarciarelli, nel territorio di Grottaferrata, che dà origine alla Marana dell'Acqua Mariana e assicura l'approvvigionamento idrico a Grottaferrata;
Caput Aquae Ferentinum, nel territorio di Marino, che dà origine alla Marana delle Pietrare e assicura l'approvvigionamento idrico a Marino;
Acqua Preziosa, nel territorio di Grottaferrata;
Malafitto, nel territorio di Ariccia, che assicura l'approvvigionamento idrico a Castel Gandolfo, Albano Laziale ed Ariccia;
Acqua Donzella, nel territorio di Lariano;
Faiola, nel territorio di Velletri, che assicura l'approvvigionamento idrico a Genzano di Roma e Velletri.
Geografia antropica
Aree
I Castelli possono essere suddivisi in diverse sottozone: l'area tuscolana (Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Rocca di Papa, Rocca Priora) facente perno su Frascati, l'area appia o albana (Albano Laziale, Ariccia e Castel Gandolfo) facente perno su Albano Laziale e l'area lanuvina (Lanuvio, Genzano di Roma, Nemi) facente perno nominalmente su Lanuvio ma effettivamente su Genzano di Roma. Velletri e Lariano, che potremmo chiamare area artemisia, sono un'area a sé stante, così come Marino, che rappresenta l'anello di raccordo tra area tuscolana e albana.
È ancora in corso un dibattito acceso sull'esatta determinazione dei confini dei Castelli Romani. Elio Migliorini[7] elenca quattordici comuni includendo anche le due località di Colonna e Lanuvio, indicandole come estremità periferiche che presentano già elementi di separazione; anche Lidia Piccioni[8] elenca quattordici comuni. Entrambi gli autori escludono Velletri che tuttavia condivide alcune prerogative dei Castelli, pur avendo una storia sostanzialmente differente. Armando Ravaglioli[9] invece elenca tredici comuni menzionando anche Velletri e Lanuvio per la tendenza contemporanea ad includerli.
Comuni
Ad ogni modo, i comuni "storici" dei Castelli Romani sono quattordici:
Evidenziati in rosso, i 14 comuni storicamente considerati parte dei Castelli Romani, in azzurro, i comuni di Velletri e Lariano.
Per quanto riguarda Velletri, ciò che rende problematico includerla a pieno titolo tra i Castelli, nonostante la sua collocazione geografica, è il fatto che dal Medioevo fino al XVI secolo la città mantenne sempre lo status di Libero comune, distinguendosi dunque dalla totalità della località della zona e non essendo mai infeudata a nessun signore, dunque non essendo mai un "castello".
Lariano invece, pur essendo stata un importante castello infeudato alla famiglia Colonna, dal 1436, anno della sua distruzione, fino al 1969 rimase una frazione di Velletri. Tuttavia convenzionalmente le due località, geograficamente parte dei Colli Albani, sono considerate Castelli a tutti gli effetti.[senza fonte]
Altri considerano anche la città di Ciampino, che nel 1974 si distaccò dal comune di Marino, nonostante Ciampino sia nata, anche come toponimo, solo nel XVII secolo da una tenuta di monsignor Giovanni Giustino Ciampini (1633-1698), chiamata appunto vigna Ciampini e ubicata nel territorio di Marino.
La superficie totale dei Castelli Romani, considerando i sedici comuni sopra elencati, è di 435,86 km², con una popolazione di 314 263 abitanti. Il comune dei Castelli con la maggiore estensione territoriale è Lanuvio (se non si considera Velletri), seguito da Rocca di Papa, mentre il comune più piccolo è Colonna; il comune con il maggior numero di abitanti è ancora Velletri, seguita da Albano Laziale e da Marino, invece il comune con il minor numero di abitanti è Nemi. Velletri è il settimo comune della provincia di Roma per numero di abitanti, mentre Albano Laziale è il decimo e Marino il dodicesimo.
La storia dei Castelli Romani intesi come area particolare incomincia solo dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, con la disgregazione del potere centrale e il progressivo fenomeno dell'incastellamento che si verificò in questa area in maniera molto intensa.
Dopo la caduta dell'Impero Romano, nell'area dei Colli Albani, iniziarono ad essere costruiti punti fortificati di proprietà di varie famiglie baronali romane, che si evolsero in seguito anche in veri e propri castelli durante l'età medioevale. Il toponimo di "Castelli Romani" per indicare i quattordici -o sedici- comuni dei Colli Albani si iniziò a diffondere a partire dal XIX secolo, divenendo d'uso comune durante il XX secolo.
A partire dalla seconda metà del Cinquecento fino alla seconda metà del Settecento, non si combatterono conflitti armati nell'area castellana: ciò portò i feudatari ad investire nell'abbellimento dei loro feudi e nel miglioramento delle condizioni di vita dei loro vassalli. I Colonna a Marino e Rocca di Papa, i Chigi magistralmente ad Ariccia, gli Sforza -poi Sforza-Cesarini- a Genzano di Roma e Lanuvio, i Borghese e gli Altemps a Monte Porzio Catone e Monte Compatri fecero opere in questo senso, mentre la Camera Apostolica acquisì nuovi feudi -oltre a Frascati e Velletri- grazie all'impoverimento dei Savelli, che furono costretti a vendere Castel Gandolfo, Albano Laziale e Rocca Priora. I Colonna nel corso del Seicento si disfecero dei loro beni nell'area prenestina -inclusa Colonna- vendendoli ai Rospigliosi -poi Rospigliosi-Pallavini-, mentre i Frangipane e poi i Braschi ressero le sorti del feudo di Nemi. Nei beni camerari, e soprattutto tra Frascati, Grottaferrata -possesso dell'abbazia di Santa Maria- e Castel Gandolfo -dunque nell'area più prossima a Roma- sorsero grandi residenza patrizie e cardinalizie come le celebrate ville tuscolane -villa Aldobrandini, villa Torlonia, villa Sora- oltre alla residenza pontificia di Castel Gandolfo. Alla fine del Settecento, i Castelli Romani furono nuovamente sconvolti dalle vicende della guerra di successione napoletana combattuta da austriaci e spagnoli, che si affrontarono nel 1744 nella battaglia di Velletri: un'altra storica battaglia venne combattuta a Velletri circa un secolo dopo, durante la sfortunata vicenda della Repubblica Romana del 1849.
Tra 1798 e 1799 i centri castellani furono sconvolti dall'invasione francese e dalla Repubblica Romana (1798-1799), e poi dall'occupazione napoleonica. Dopo la parentesi della restaurazione pontificia durata fino al 1870, i Castelli furono annessi dal Regno d'Italia ed iniziò un proficuo periodo di sviluppo grazie al potenziamento delle linee ferroviarie -la ferrovia Roma-Frascati e la ferrovia Roma-Velletri erano già state inaugurate da papa Pio IX, mentre la ferrovia Roma-Albano venne completata nel 1889- e ad inizio Novecento con la fondazione della Tranvie dei Castelli Romani. L'area si qualificò come meta turistica per le scampagnate dei romani, oltre che come zona residenziale alle porte della Capitale. Durante la seconda guerra mondiale, i centri castellani si trovarono sulla linea di fronte e furono duramente colpiti -soprattutto Velletri e Lanuvio soffrirono i bombardamenti anglo-americani, ma anche Genzano di Roma, Ariccia, Albano Laziale, Marino, Frascati e persino la residenza pontificia di Castel Gandolfo patirono bombardamenti massicci-. Nel secondo dopoguerra, l'economia ha ripreso a girare e non solo sul settore primario e sulla rinomata viticoltura: in alcune zone lo sviluppo industriale è stato esteso e l'area castellana può dirsi una delle più felici nel contesto provinciale.[senza fonte]
I Castelli Romani devono il loro toponimo alle fortificazioni edificate sulle alture di questi luoghi da varie famiglie baronali romane. La maggior parte di quelle fortificazioni sono state tuttavia distrutte o "ingentilite" e tramutate in residenze estive.
Ad oggi, l'unica vera fortificazione completamente conservata della zona è rappresentata dalla cerchia muraria dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, realizzata nel XVI secolo dall'abate commendatario Giuliano Della Rovere.
Rimangono visibili parti più o meno consistenti delle antiche fortificazioni anche nei centri storici di: Marino, con le torri della Rocca Frangipane in piazza Giacomo Matteotti, scampate sia agli sventramenti seicenteschi che ai bombardamenti del 1944; Genzano di Roma, con la torre "saracinesca" del Corso Vecchio, salvatasi dall'estetizzazione ottocentesca; Lanuvio, con la cinta muraria del centro storico e le torri del XVI secolo ancora presenti; e Nemi, con la torre di Palazzo Ruspoli, inglobata in quest'ultima struttura.
Gli antichi castelli baronali che invece sono stati riadattati a residenza patrizia a partire dal XV secolo, sono:
Palazzo Colonna a Marino, edificato sulla trecentesca Rocca Orsini; sul fianco occidentale, rimasto incompiuto, si vedono ancora le antiche mura della Rocca, chiamate "mura bramantesche" per una probabilmente erronea attribuzione del progetto di esse al Bramante: invece il bastione della Rocca venne inglobato nel costruendo palazzo progettato da Antonio da Sangallo il Giovane.
Palazzo Savelli ad Albano Laziale, edificato a partire dal XII secolo dai Savelli al centro di Albano, sulla via Appia, come complesso fortificato, di questa antica funzione restano testimonianza solo le due torri e la scarpata situate sul retro del palazzo, in piazza San Pietro.
Palazzo Savelli a Rocca Priora, edificato come castello dei Savelli e cadente fino al XIX secolo, è stato ricostruito dal Comune dopo il 1870, diventato sede municipale.
Palazzo Borghese a Monte Porzio Catone, nato presumibilmente come ingresso fortificato al paese.
Numerose sono le fortificazioni erette nelle campagne a controllo di vie di comunicazioni importanti o siti strategici, e tra questi vanno menzionati:
Castello di Molara, nella Valle Latina sempre in territorio di Grottaferrata, edificato dalla famiglia Annibaldi che ne fece il proprio principale castello nella zona; fu abbandonato nel corso del XVI secolo;
Castel San Gennaro, situato presso la località Landi tra Genzano di Roma e Velletri lungo l'antico tracciato della via Appia, fu a lungo conteso tra la Comunità velletrana e i Colonna;
Castello di Lariano, in comune di Lariano, fu antica e importante castellania inalienabile di proprietà dei Colonna sulle pendici del Monte Artemisio, fu distrutto nel 1436;
Il fontanile di piazza XX Settembre a Rocca di Papa
Tra le fontane più note dei Castelli c'è sicuramente la seicentesca fontana dei Quattro Mori di piazza Giacomo Matteotti a Marino, risalente al 1632 e nota per il "miracolo del vino", che si ripete ogni anno per la Sagra dell'Uva. Ancora, a Marino è presente la fontana del Tritone, opera dello scultore Michele Tripisciano risalente al 1889.
Un'altra nota fontana del Vino è situata a Genzano di Roma, in piazza Tommaso Frasconi, e risale al XIX secolo.
La fontana degli Scogli a Lanuvio è una celebre opera dell'architetto Carlo Fontana risalente al 1675, situata in piazza Giuseppe Mazzini e commissionata da Filippo Cesarini che la inglobò in una serie di opere di restauro e costruzione di edifici. Filippo Cesarini, infatti, commissionò all'architetto-scultore Carlo Fontana di riorganizzare il sistema idrico di Lanuvio e di realizzare una fontana fuori dalle mura medievali. Carlo Fontana realizzò una grande vasca semicircolare all'interno della quale creò una finta scogliera con grandi massi di peperino, qui l'acqua sgorgava da ben undici getti. Tra il secondo e il quarto getto a destra scolpì due serpenti di mare che con il resto della scena, richiamavano alla mente i miti della dea Giunone Sospita.[16]
I materiali utilizzati nella costruzione della fontana sono: scogliera di tufo locale color grigio con inserti di quarzo e altri materiali opachi, un basamento a bordo vasca in peperino di Marino e degli intonaci a base cementizia. Le informazioni pervenuteci e qui riportate, vengono dalla ricerca e dallo studio approfondito di Alberto Galieti, storico e archeologo dei primi del Novecento e ricavate dall'archivio storico comunale, andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. La fontana, come si mostra oggi, è frutto di un restauro effettuato nel 2001-2002 che ne ha rimesso in luce la struttura precedente al bombardamento del 1944 che l'aveva danneggiata.[17][18]
Gian Lorenzo Bernini forse realizzò il progetto della "Barcaccia" di piazza Giuseppe Garibaldi a Rocca di Papa, realizzata in un unico blocco tufaceo. Sempre a Rocca di Papa, sono notevoli la fontana di piazza della Repubblica, risalente al XIX secolo, e il fontanile di piazza XX settembre, già piazza Vecchia, risalente all'epoca di edificazione del castello.
A Velletri, molte fontane monumentali furono realizzate nel XVII secolo dopo che l'ingegnere Giovanni Fontana porto a termine la costruzione dell'acquedotto: tra le altre, ricordiamo la fontana monumentale di piazza Cairoli, edificata nel 1622, originariamente accoppiata sulla stessa piazza ad una fontana gemella rimasta incompiuta e quindi distrutta, e la fontana monumentale di piazza Mazzini, realizzata nel 1612 con la raffigurazione di alcune scene mitologiche.
Il territorio dei Castelli Romani è una delle aree più ricche di reperti archeologici della provincia di Roma. Sono da menzionare particolarmente:
Rovine di Tusculum, in comune di Monte Porzio Catone. Antica città latina, fondata sul Tuscolo, fu a lungo potente antagonista di Roma; nel Medioevo, divenne residenza dei potenti Conti di Tuscolo, fino a che non venne rasa al suolo nel 1191. Sulla sommità del colle rimagono i ruderi di numerose ville suburbane, fra cui un fondo di Marco Tullio Cicerone, resti dell'abitato, del foro e del teatro romano, dell'acropoli e di varie costruzioni medioevali, fra cui anche una chiesa.
Museo delle Navi e Tempio di Diana Nemorense, in comune di Nemi sul lago di Nemi. Il Museo delle Navi è stato costruito nel 1932, ma le due grandi navi attribuite a Caligola sono state bruciate durante la seconda guerra mondiale nel 1944. Restano tuttavia alcuni reperti interessanti, assieme ai resti del famoso tempio di Diana Nemorense, noto per la pratica dell'elezione del rex Nemorenses.
Complesso monumentale di Lanuvium, a Lanuvio. È il complesso rappresentato dall'antica città latina e poi romana e dall'annesso tempio di Giunone Sospita. Interessante anche ponte Loreto, poco fuori dall'abitato moderno, ponte romano della via Anziate.
Altri siti di interesse archeologico sono quello di Bovillae, in comune di Marino, in cui sono venuti alla luce resti del circo romano, e di Aricia, in comune di Ariccia, dove sono visibili i resti del monumentale viadotto della via Appia.
In età romana, vennero edificate varie ville suburbane sui Colli Albani. Oltre alla grande Villa di Domiziano a Castel Gandolfo, sono visibili alcune di queste ville, mentre altre sono andate distrutte. Fra le più importanti:
Si pensa che una villa romana sorgesse anche in prossimità dell'attuale cimitero di Genzano di Roma. Invece l'ubicazione di una villa di Marco Tullio Cicerone è poco chiara, forse perché possedeva due tenute, una villa vera e propria a Grottaferrata, nel sito dell'Abbazia di San Nilo, e un fondo sul Tuscolo.
Due catacombe sono state scoperte nel territorio castellano:
Una terza catacomba venne scoperta nel XVIII secolo sulla via Appia in comune di Marino, ma se ne è persa l'ubicazione.
Infine luoghi molto importanti dal punto di vista archeologico sono:
Monte Cavo, in comune di Rocca di Papa, sulla cui vetta sono stati rinvenute agli inizi degli anni venti del XX secolo tracce del leggendario tempio di Giove Laziale, tempio che era il santuario confederale della Lega Latina; inoltre le pendici del monte sono calcate dalla Via Sacra, strada lastricata che dalla via Appia giunge alla cima di Monte Cavo attraversando anche il comune di Ariccia.
Palazzolo, in comune di Rocca di Papa, dove lungo la via Sacra presso la villa del Cardinale c'è un monumento marmoreo, probabile sepoltura di uno Scipione: la fantasia degli antichi pensò che fosse un palazzo dell'antica Alba Longa, donde il toponimo palatiolum. In prossimità di questo sito, comunque, si pensa comunemente sorgesse la leggendaria Alba Longa.
Alcuni resti risalgono anche all'età preistorica: interessanti reperti sono conservati presso il Museo civico di Albano e presso il Museo civico "Oreste Nardini" di Velletri, mentre a Villa Cavalletti, tra Frascati e Grottaferrata, è stata rinvenuta una necropoli neolitica che con una cinquantina di tombe è la necropoli neolitica più grande del Lazio; altri resti preistorici sono stati trovati a Marino, località San Rocco, a Castel Gandolfo, località Pascolari, ad Albano, località Castel Savello e Colle dei Cappuccini, ad Ariccia, località Ginestreto, a Rocca Priora, presso il Monte Algido, a Monte Porzio Catone, sul Tuscolo, e a Velletri.
È stata scoperta nel territorio comunale di Albano Laziale, località Cecchina, l'ubicazione dell'antico Lucus Ferentinus[19], cioè il luogo sacro dove si riuniva la federazione delle città appartenenti alla Lega Latina. Secondo altre ipotesi, il Lucus potrebbe essere ubicato in località Prato della Corte, tra i comuni di Marino e Rocca di Papa, dove già è stato identificato comunemente il Caput Aquae Ferentinum.[20]
Amministrazione
Mappa schematica dei centri abitati dei Castelli Romani.
Amministrativamente, i comuni dei Castelli Romani sono parte integrante della provincia di Roma, dal 1870 erede della più antica Comarca di Roma, istituita da papa Pio VII nel motu proprio del 6 luglio 1816.[21] In precedenza, i Castelli Romani erano inclusi nel territorio, puramente teorico e a cui non corrispondeva alcuna forma di governo, della provincia di Campagna e Marittima.
Il 14 giugno 2001 è stata presentata dall'onorevole Mario Pepe alla Camera dei deputati una proposta di legge sull'istituzione di una provincia dei Castelli Romani[22]
«I Castelli Romani rappresentano dunque un'area-sistema assolutamente peculiare, di cui fanno parte città notevolmente popolate legate tra loro da millenari legami storici e culturali nonché da un elevato indice di complementarità economica, con particolare riferimento al settore turistico [...] Appare pertanto ormai anacronistica la eccessiva dipendenza dei Castelli Romani [...]»
«Mentre bevo mezzo litro de Frascati abboccatello, guardo er muro der tinello co' le macchie de salnitro. Guardo e penso quant'è buffa certe vorte la natura che combina una figura cor salnitro e co' la muffa. Scopro infatti in una macchia una specie d'animale: pare un'aquila reale co' la coda de cornacchia. La c'è un orso, qui c'è un gallo, lupi, pecore, montoni, e su un mucchio de cannoni passa un diavolo a cavallo. Ma ner fonno s'intrevede una donna ne la posa de chi aspetta quarche cosa da l'Amore e da la Fede... Bevo er vino e guardo er muro con un bon presentimento; sarò sbronzo, ma me sento più tranquillo e più sicuro.»
(Trilussa)
Il settore primario è stato per lungo tempo la principale risorsa economica dei Castelli Romani, vista la grande fertilità del terreno vulcanico dei Colli Albani.
La pastorizia è stata praticata soprattutto nell'area della Valle Latina, mentre le vie Pedemontana e Nettunense hanno rappresentato per lungo tempo la via di transumanza dai pascoli invernali appenninici ai pascoli estivi.
L'industrializzazione in senso moderno dell'area dei Castelli Romani è stato un fenomeno abbastanza recente, risalente in gran parte al secondo dopoguerra.
L'industria più fiorente dei Castelli è quella legata alla produzione vitivinicola, che è presente in tutto il territorio con grosse cantine sociali che producono vini apprezzati in Italia e all'estero. Le principali cantine sociali del territorio sono:
Oltre a queste cantine sociali, in tutta l'area dei Castelli sono diffuse aziende vitivinicole in gran numero. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrata una notevole diminuzione delle piccole aziende di produzione vinicola come fenomeno generalizzato in tutta l'area castellana.
L'attività estrattiva nei Castelli Romani fu un tempo fiorente, perché legata all'estrazione di materiali da costruzione diffusi nella vicina città di Roma: selce, tufo, peperino, basalto, pietra sperone. Il peperino di Marino era chiamato dai Romanilapis Albanus, ed è di rarissima disponibilità a causa della chiusura delle grandi Cave di Marino nel 1960; il basalto era chiamato lapis Tusculanus, mentre la pietra sperone del Tuscolo era denominata lapis Gabinum o lapis Tusculanus.[26] Questo testimonia la rilevanza dei materiali costruttivi presenti nell'area castellana. Le uniche cave attive a pieno regime sono quelle di basalto presso Colonna, lungo la Strada statale 6 Via Casilina.
Le cave più importanti dei Castelli sono dislocate un po' dovunque, ma soprattutto nell'area tuscolana:
Il turismo moderno, più che alla bontà dell'aria, è orientato alla bellezza dei luoghi, all'offerta dell'enogastronomia e dell'intrattenimento: ad Ariccia riscuotono grande successo le fraschette, divenute un simbolo del paese e motivo di notorietà nazionale. La Sagra dell'Uva di Marino e l'Infiorata di Genzano; la Sagra dell'Uva Italia di Colonna e la Festa dell'Uva di Velletri, le Notti bianche di Albano Laziale, Grottaferrata e Frascati; la -Mostra Intercontinentale delle Orchidee- a Monte Porzio Catone; Monte Compatri -Sfida dei Borghi-, Rocca Priora -Sagra della Polenta- -Festa del Narciso-, Lariano -Sagra del Pane-, Nemi -Sagra delle Fragole- e Lanuvio -Festa della Musica- la -Mangialonga- Rocca di Papa, attirano sempre più visitatori da Roma ai Castelli Romani.
Il Parco Regionale dei Castelli Romani è un ente di tutela ambientale regionale istituito nel 1984 dalla Regione Lazio nell'area dei Colli Albani. In origine, i territori dei comuni facenti parte del parco erano integralmente inclusi nel perimetro dell'area protetta (legge regionale nº 2 del 13 gennaio 1984[29]), ma già il 28 settembre 1984 le aree assegnate al parco furono drasticamente ridotte[30], per ovvi motivi legati all'espansione edilizia futura dei centri abitati inclusi. I confini del parco, stabiliti nel 1998, sono più vasti dei confini precedenti[31], per un totale di 15 014 ettari.
(Proverbio popolare in dialetto albanense, testo e traduzione da Nino Dori, Aldo Onorati, Giorgio Sirilli, Piero Torreggiani, Vocabolario del dialetto albanense, p. 85.)
Ogni paese dei Castelli ha elaborato, nel corso dei secoli, una sua parlata caratteristica che ne contraddistingueva, e spesso ancora contraddistingue, gli abitanti rispetto a quelli dei paesi vicini. Possiamo distinguere i seguenti dialetti dei Castelli Romani:
Tutta la zona verso nord-ovest dei Castelli, tra Frascati ed Ariccia, è caratterizzata dalla penetrazione del dialetto romanesco, che è in effetti l'idioma dialettale più diffuso nelle zone di recente urbanizzazione, da Finocchio a Pavona, passando per Santa Maria delle Mole, Vermicino, Frattocchie, ed in maniera appena percettibile a Cecchina.
Il territorio è suddiviso per la Chiesa cattolica in tre diocesi, tutte e tre sedi suburbicarie di antica fondazione (III e IV secolo d.C.), a loro volta divise in 128 parrocchie. Nei territori delle tre diocesi -che si estendono anche oltre i Castelli Romani, includendo i comuni di Ciampino, Segni, Pomezia, Ardea, Aprilia, Nettuno ed Anzio- il cattolicesimo è professato da 625 790 persone[34] su un territorio di 1 219 km². Le diocesi sono:
Dal 1998 ad Ariccia è presente una comunità evangelica ecumenica, frutto della fusione tra il gruppo della Chiesa evangelica battista locale con il Gruppo ecumenico di Albano. La Chiesa evangelica battista di Albano è sorta con un Patto costitutivo nel 1993, mentre il Gruppo ecumenico ha avuto origine nel 1995. La Comunità evangelica ecumenica albanense aderisce alla Rete ecumenica dei Castelli Romani e all'UCEBI (Unione cristiana evangelica battista d'Italia).
I Castelli Romani sono ricchi di eventi, specialmente nei mesi estivi e durante l'Ottobrata Romana. Fra le festività più importanti, vanno menzionate l'Infiorata più antica del mondo a Genzano di Roma, festeggiata fin dal 1778; e una delle sagre profane più antiche d'Italia, la Sagra dell'Uva di Marino, festeggiata fin dal 1925.
Festività patronali e compatronali religiose
Festa patronale dei santi Filippo e Giacomo (Frascati, 3 maggio)
Festa patronale di san Nilo da Rossano (Grottaferrata, 26 settembre)
In tutti i centri dei Colli Albani nei mesi estivi si svolgono eventi legati alla manifestazione Giochi d'acqua e di verde.[37]
Istituzioni, enti e associazioni
L'Ospedale Civile "E. De Santis" di Genzano di RomaLa casa di cura "San Raffaele" di Velletri
L'intero territorio dei Castelli è incluso nella ASL RMH, che comprende tutta la parte meridionale della provincia di Roma. L'ASL è stata divisa in vari distretti sanitari, quattro dei quali coprono l'area castellana. Sette ospedali dei nove ospedali pubblici dell'intera ASL sono situati ai Castelli.
Inoltre, tra le strutture sanitarie private più notevoli vanno menzionate l'Ospedale "Regina Apostolorum" di Albano Laziale, l'Istituto Neurotraumatologico Italiano a Grottaferrata, la Casa di Cura "San Raffaele" a Velletri e l'omonima di Rocca di Papa, la Casa di cura Villa delle Querce a Nemi e l'Ospedale San Giovanni di Dio a Genzano di Roma.
Il seminario vescovile di Albano Laziale venne creato nel 1628 dal cardinale vescovo Carlo Emanuele Pio di Savoia e rimase aperto tra alterne vicende fino al 1921. Fu riaperto nel 1949 nel vasto complesso situato presso la Chiesa di San Paolo, come Pontificio Seminario Interdiocesano Pio XII.
A Frascati è collocato l'ESRIN (European Space Research Institute), uno dei più importanti centri di ricerca spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea: i compiti della base di Frascati includono la raccolta, l'archiviazione e la distribuzione di dati satellitari agli altri partner dell'ESA; oltre a ciò, la struttura agisce come centro di informazione tecnologica per l'intera agenzia.
Il centro ESA di Frascati non è l'unico centro di osservazione satellitare presente ai Castelli: a Monte Porzio Catone è situato un famoso osservatorio astronomico, la cui costruzione iniziò nel 1939 e venne portata a termine nel 1965: l'edificio era una sede distaccata dell'Osservatorio Astronomico Nazionale di Roma, e venne concepito come struttura divulgativa e da destinare ad usi didattici, tanto che ospita il Museo dell'Osservatorio di Monte Porzio.
A Rocca di Papa nel 1889 lo scienziato Michele Stefano De Rossi fondò l'Osservatorio Geodinamico Reale, ospitato nei locali dell'antica fortezza pontificia, che ospitò tra l'altro alcuni esperimenti di Guglielmo Marconi tra il 1922 ed il 1935. Nella struttura dell'ex-Osservatorio ha sede il Museo di geofisica di Rocca di Papa.
Presso il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, in territorio vaticano, ha sede dal 1935 la Specola Vaticana, l'osservatorio astronomico della Santa Sede. Nel 1955 i religiosi gesuiti che si occupano della Specola parteciparono alla realizzazione della Carta del Cielo assieme ai maggiori osservatori del mondo; a partire dal 1995 tuttavia il peggioramento della visibilità nel cielo fortemente inquinato dei Castelli ha spinto i religiosi a trasferirsi in Arizona, negli Stati Uniti d'America.
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Stampa nazionale
Le notizie provenienti dai Castelli Romani trovano a volte spazio in testate giornalistiche nazionali come il Tempo e Il Messaggero. Proprio quest'ultimo dedica ogni giorno la seconda pagina dell'edizione locale di Roma all'area dei Castelli Romani; anche La Repubblica e Corriere della Sera menzionano spesso notizie castellane nelle pagine riservate alla cronaca di Roma.
I Castelli Romani vantano un'antica tradizione di stampa locale. Il primo giornale locale stabilmente pubblicato fu Il Bullettino di Velletri e del Lazio, risalente al 1870. In seguito, sono stati pubblicati Il Censore (a Velletri, 1878-1879), La Falce, quindicinale pubblicato a Velletri e Frosinone tra il 1881 ed il 1886, L'Avvenire del Lazio, quotidiano di Albano Laziale, Frascati e Velletri uscito tra il 1881 ed il 1888, Il Nuovo Censore, settimanale edito tra il 1882 ed il 1915 a Velletri, La Gazzetta di Velletri (1884), Camicia Rossa, giornale repubblicano a frequenza irregolare tra il 1884 ed il 1887 nel velletrano, La Sfinge Volsca, mensile di enigmistica pubblicato nel decennio 1890-1900, La Favilla (1897-1913), L'incubo (1905-1907), In Alto! (1908), Abbattiamo per riedificare, quindicinale socialista del Lazio edito tra il 1908 ed il 1909, il settimanale La Democrazia (1910-1911), Il Fargo (1912), Lo studente (1913), Il lavoratore (1913-1914), Velester (1929-1930), L'Araldo (1961) ed infine La Torre, edito a Velletri e Lariano, assieme a Il Cittadino, Velletri Oggi, L'Artemisio[39] e Milleluci.
Stampa free-press
I giornali free-press, ovvero gratuiti, sono molto diffusi ai Castelli Romani. L'unico quotidiano è Cinque Giorni, gratuito con sede operativa a Roma, diffuso in tutti comuni del quadrante meridionale e di quello orientale della provincia di Roma.
Altri importante giornale gratuiti sono Controluce, mensile d'attualità e cultura con sede a Montecompatri, Il Mamilio, specializzato soprattutto in sport, con sede a Frascati, Il Tuscolo, Il Catone, mensile dell'area tuscolana, con sede a Colonna, Il Corriere Tuscolano con sede a Grottaferrata. Diffuso invece sia a Roma che in molti centri dei Castelli Romani il mensile Quaderni Tuscolani, magazine patinato generalista, protagonista di numerose interviste a personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura e della politica; ha la sede legale a Rocca Priora. Anche Il Caffè, quindicinale di Aprilia, ha una sua edizione appositamente pensata per l'area. Si occupa di Castelli, oltre che dell'area tiburtina, anche il settimanale Città Metropolitana.
A Velletri vi è Free News, Lo Specchio Civico, Il Corriere del Cittadino. Tutti i giornali free press veliterni si occupano anche di argomenti inerenti ai paesi limitrofi.
A Rocca di Papa viene diffuso La Spiga, un bimestrale free-press con tiratura di 6500 copie ad uscita, operativo fin dal 1992.
A Marino, Ciampino, Albano Laziale, Castel Gandolfo, Frascati e Grottaferrata è pubblicato il mensile Giorno per giorno, che ha sede operativa a Marino; oltre al sempre mensile "La Voce dei Castelli", distribuito anche in zone limitrofe e frazioni minori, come Santa Maria delle Mole.[40]
Le amministrazioni comunali di Marino, Rocca di Papa e Ciampino garantiscono un servizio di informazione al cittadino chiamato Comune Informa.[41] Ad Albano Laziale un sistema di informazione simile è on-line sul sito del comune[42]. Ariccia pubblica allo stesso modo il suo Aricia.
Riviste locali
Esistono varie riviste d'area dei Castelli Romani. Una delle più importanti è Vivavoce[43], con uscita mensile e sede operativa a Frascati.
Nel 1956 Vincenzo Misserville fondò la rivista mensile Castelli Romani, il cui sottotitolo è "vicende - uomini - folclore", che tra alterne vicende è stampata ancor oggi ad Ariccia.
Televisione
Era attiva nella zona l'emittente televisiva TeleTuscolo. Questa emittente inizia le trasmissioni nel 1976 da Frascati, servendo anche la zona sud-est della città di Roma. Nel 1988 l'emittente si affilia al circuito nazionale Supersix, e nei primi anni novanta trasferisce la sua sede a Morena. Nel 2006 l'emittente cessa le trasmissioni. Pochi anni dopo il marchio viene rilevato dal Gruppo Amici per la Tv che lo ripropone prima col nome Canale 23-Teletuscolo, poi solo Teletuscolo.
L'emittente televisiva regionale Lazio TV ha attivato una redazione dedicata ai Castelli Romani con sede a Velletri che trasmette notiziari quotidiani nel telegiornale delle 13:00, in quello delle 20:00 e in quello delle 23:30.
Cinema
Il Comune di Marino in collaborazione con l'associazione Archivi del '900 ha deciso di creare entro la fine del 2008 un Polo Museale Cinematografico sul '900 a Marino[44][45], con sede in Palazzo Colonna.
A Velletri agli inizi del XX secolo sorsero gli stabilimenti cinematografici Helios Film. Il primo film uscito da questi stabilimenti è stato del 1911, col titolo L'Inferno, basato sull'inferno dantesco: film muto, in bianco e nero, della durata di 15', è stato girato interamente nelle campagne di Velletri e presso il lago di Giulianello, sotto Cori; è stato rinvenuto nella Filmoteca Vaticana e presentato restaurato nel I festival del cinema dei Castelli Romani a Ciampino. La Helios perse per questo film una causa con la Milano Films, autrice di un altro Inferno praticamente coevo di questo, che viene considerato il primo lungometraggio della storia del cinema italiano.
Teatro
L'attività teatrale ai Castelli Romani è sempre stata molto vitale, soprattutto nei centri più grandi come Velletri, Albano Laziale, Frascati e Marino.
A Velletri già a partire dal Medioevo era stato costruito il Teatro della Passione, che consisteva in un grande palco situato nell'attuale piazza Metabo, sul quale durante la Settimana Santa venivano rappresentate appunto le vicende della Passione di Gesù. Il Teatro della Passione, di proprietà della Confraternita del Gonfalone di San Giovanni in Plagis, venne raso al suolo da quest'ultima nel 1765 per erigere al suo posto un granaio. Le rappresentazioni teatrali pubbliche tuttavia vennero spostate al piano terra del Palazzo Comunale. Sempre a Velletri, già nel 1850 era stata fondata una Società Accademica Filodrammatica ospitata presso Palazzo Graziosi.[46]
Tra le curiosità che riguardano il comprensorio è da segnalare la celebre canzone popolare "'Na gita a li Castelli", scritta da Franco Silvestri nel 1926 e cantata tra gli altri da Claudio Villa e Lando Fiorini. La zona dei Castelli romani rivestiva evidentemente già nei primi anni del XX secolo un grande interesse, soprattutto per la bellezza del paesaggio e per la qualità dei suoi vini, oltre che per la buona tavola.
Cucina
La gastronomia dei Castelli Romani è sempre stata rinomata nel panorama regionale e nazionale: basti pensare alle tradizionali scampagnate fuori porta che portavano abitanti e visitatori di Roma sulle tavole delle fraschette castellane. Ancora negli anni cinquantaRenato Rascel in Arrivederci Roma decantava il celebre ristorante La Tranquillità di Squarciarelli, in comune di Grottaferrata. Grottaferrata ed Ariccia sono conosciute per il turismo gastronomico, la prima località per i numerosi ristoranti dove si può mangiare cucina caratteristica romana, la seconda grazie alle fraschette, fenomeno di costume che ormai caratterizza il paese. Frascati invece è rinomata per la cucina d'élite, data la presenza di diversi ristoranti prestigiosi a livello regionale; tuttavia locali prestigiosi sono diffusi in tutti i Castelli Romani: a Velletri il ristorante Benito al bosco è il cuoco ufficiale della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Grande importanza ha senz'altro il celebre pane casareccio di Genzano, unico prodotto con Indicazione geografica protetta della zona nonché unico prodotto di panetteria certificato IGP d'Italia insieme alla coppia Ferrarese e al pane di Matera.[senza fonte]
È da ricordare anche il rinomato Pane di Lariano.
Le Tranvie dei Castelli Romani, costruite tra il 1906 ed il 1916 dalla Società delle Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma (STFER), sono state la prima linea tranviaria del Lazio e una delle più efficienti reti regionali. A partire dal 1944 iniziò la chiusura delle varie tratte, completata il 3 gennaio 1965 con la Roma-Albano Laziale-Genzano di Roma.
Il Cynthia 1920, squadra di Genzano di Roma fondata nel 1920, che ha militato in Serie C nel campionato del 1974-75 ed in serie C2 nel campionato 1988-89. Dopo alcune difficoltà economiche che hanno costretto la squadra a giocare nei campionati di Promozione ed Eccellenza, dal 2007 gioca nel campionato di Serie D.
L'Albalonga, squadra di Albano Laziale, milita in Serie D dal 2015-16.
Il VJS Velletri, squadra di Velletri fondata nel 1955, che ha giocato 18 campionati di serie D tra le stagioni 1968-69 e 1990-91, ha vinto nella stagione 1992-93 una Coppa Italia regionale.
Sono presenti anche altre squadre calcistiche attive ai Castelli Romani, militanti nelle categorie minori:
Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe essere incompleta o non aggiornata.
Per la XVII Olimpiade di Roma nel 1960, il CONI fece costruire lo Stadio Olimpico ed il Centro Federale di Canoa/Kayak sul Lago Albano, incluso nel territorio di Castel Gandolfo. Presso questo stadio si tennero le gare di questa disciplina e la Federazione Italiana Canoa/Kayak lo considera uno dei suoi stabilimenti più importanti.
Dal 2005 è attiva la Associazione Sportiva Master Line Canoa Kayak, che oltre ad aver totalizzato risultati importanti fino ad ora ed avere un vivaio valido, svolge anche attività di avviamento alla disciplina sportiva. Un'altra scuola di kayak è tenuta dalla A.S.D. Polisportiva Giovanile Salesiana Castel Gandolfo.
Golf
Negli anni settanta del XX secolo è stato inaugurato il Country Club Castel Gandolfo nel Laghetto di Turno a Pavona, noto centro sportivo della zona. Il complesso, situato nel cratere dell'antico lago prosciugato e nell'area dell'antica villa del cardinal Flavio Chigi, è dotato di vasti campi da golf.
Pallacanestro
Talenti Velletri/Lariano
Virtus Velletri Basket
San Nilo Basket Grottaferrata
Piergiorgio Frassati Ciampino (C femminile)
A.S.D Basket Genzano
A.S.D Monteporzio Basket
U.C.B Lanuvio
A.S.D. Pallacanestro Marino (DNB nazionale)
Tennis
La UISP Castelli Romani raccoglie otto circoli presenti nel territorio castellano e nelle sue immediate vicinanze, per un totale di dieci squadre di tennis:
Inoltre su tutto il territorio castellano sono presenti molti campi adatti per giocare a tennis a livello dilettantistico.
Equitazione
Ai Pratoni del Vivaro, località di Rocca di Papa, fin dal 1959 sorge il centro equestre federale del CONI[49], utilizzato la prima volta in occasione delle Olimpiadi di Roma 1960. Il centro è la più importante scuola di equitazione del Lazio e uno dei più importanti centro sportivi del suo genere d'Italia. A Velletri sono presenti numerosi centri equestri.
Impianti sportivi
Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe essere incompleta o non aggiornata.
Lo Stadio Comunale Domenico Fiore di Marino all'autunno2007Lo Stadio Comunale di viale Spagna di Cecchina alla primavera2008
«Manifestazioni eruttive finali. Brecce piroclastiche d'esplosione con lapilli, proiettili leucocrati, ultrafenici, pirosseniti biotiche, più enoliti di cave leucitiche e del substrato, facies cineritiche superiormente straterellate, in strati e banchi consolidati (peperino) rapidamente assottigliatosi allontanandosi dai centri d'emissione (v7).»
^Anche secondo le categorie sisimiche stabilite dal D.M. LL.PP. 1984 e la successiva ordinanza P.C.M. n° 3274 20 marzo 2003 Albano era in zona sismica 2. Sono nella stessa zone sismica tutti i Colli Albani.
^Memoria illustrativa della carta dell'utilizzazione del suolo nel Lazio, in La carta dell'utilizzazione del suolo in Italia, CNR1973.
^In realtà il toponimo corretto sarebbe Prelatura, tuttavia un errore dell'ANAS ha modificato il toponimo della zona in maniera pressoché irrimediabile.
Antonio Nibby, vol. I, in Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma, II, Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1848, ISBN non esistente.