L'amministrazione metropolitana ha sede presso il palazzo Doria-Spinola a Genova, sede anche della prefettura e già luogo di rappresentanza dell'ente e del consiglio provinciale dell'ex provincia di Genova.[3]
La geografia della Liguria si divide in tre fasce: il mare, la zona collinare e la montagna. Anche il territorio metropolitano genovese è diviso in queste categorie territoriali, regalando talvolta panorami come scogliere a picco sul mare, paesi e borghi arroccati sui monti o la stessa Genova, grande città marinara stretta e spinta dai monti circostanti. Nella città metropolitana sono presenti quattro parchi regionali[4] e un'area marina protetta (Riserva marina di Portofino[5]).
Le zone geografiche che più richiamavano il turismo vacanziero e di soggiorno, oltre a Genova e il suo comprensorio, sono il Golfo Paradiso e il Tigullio. Ultimamente anche l'entroterra è diventato protagonista nel panorama turistico, grazie a un'accurata pubblicità in ambito nazionale e un buon numero di turisti italiani e stranieri che scelgono piccoli paesini montani e collinari per trascorrere le loro vacanze nel territorio metropolitano.
È la morfologia del territorio, l'altitudine dei rilievi e ovviamente la presenza del mare a rendere forse la città metropolitana di Genova unica tra quelle italiane perché, nel raggio di pochi chilometri, convivono paesaggi, paesi, flora e fauna di moltissime specie diverse. Basti pensare che non è inusuale sul litorale trovare arbusti come mirto, corbezzolo e piantagioni di arance, limoni, fico d'India e specie faunistiche come i gechi, elementi tipici dell'Italia meridionale e, a distanza di non più di una decina di chilometri nell'entroterra, vedere questo scenario completamente stravolto, presentando boschi di abeti, tassi e pini d'alta montagna, popolato da daini, cervi, cerbiatti, rapaci e roditori che sono comuni in regioni alpine come la Valle d'Aosta o il Trentino-Alto Adige.
Parchi naturali
I parchi naturali regionali in Liguria sono nove in totale, di cui quattro appartenenti alla sola città metropolitana genovese. L'unico parco confinante direttamente con il mare è quello del monte di Portofino.
Il territorio della città metropolitana è caratterizzato da corsi d'acqua a regime torrentizio e sovente, soprattutto nel periodo estivo, si presentano in stato di secca. Diversamente nella stagione autunnale o invernale una maggiore caduta di pioggia può dare origine a improvvise piene dei torrenti e fiumi, causando, in alcuni casi, lo straripamento del corso d'acqua stesso e quindi l'allagamento dei vicini centri urbani. Proprio per scongiurare tali avvenimenti sempre più frequentemente sono stati stanziati fondi dalle ex giunte provinciali e regionale per la pulizia dei torrenti, progettando inoltre una conseguente rivisitazione delle misure di protezione (dragaggio, abbassamento del letto del corso d'acqua e innalzamento degli argini), specie in prossimità dei nuclei abitativi.
A Genova sono due i principali torrenti che scorrono nel territorio comunale: il Polcevera e il Bisagno. Il primo nasce dall'unione dei due torrenti Verde e Riccò presso il quartiere genovese di Pontedecimo e, dopo un percorso di circa 11 km, sfocia in mare tra i nuclei di Cornigliano e Sampierdarena dopo aver attraversato inoltre i quartieri di Bolzaneto e Rivarolo. Il Bisagno, con una lunghezza di circa 30 km, attraversa l'intera valle omonima e i centri di Bargagli, Davagna e Genova dove sfocia nel quartiere della Foce.
Altri torrenti del territorio metropolitano sono il Boate - detto storicamente anche Bogo - originario dall'unione dalla confluenza di molti altri torrenti dell'entroterra rapallese, e scorrente lungo la cittadina di Rapallo per poi sfociare in mare, in zona Lido, vicino al porto pubblico e turistico "Carlo Riva"; il Recco presso l'omonima valle del Golfo Paradiso; il Rupinaro a Chiavari; il Petronio e il Gromolo nella zona tra Castiglione Chiavarese, Casarza Ligure e Sestri Levante e, nel ponente, il Lerone che separa Cogoleto da Arenzano.
Laghi
Nella città metropolitana sono presenti sei laghi, tutti artificiali, creati nel XX secolo per soddisfare le varie esigenze idriche delle sparse zone geografiche, soprattutto per i centri urbani della costa, e specialmente per il capoluogo ligure.
Il maggiore è il lago del Brugneto, creato nel 1960 a seguito della costruzione della diga sull'omonimo torrente, un affluente della Trebbia.
In alta valle Scrivia è presente il lago della Busalletta, costruito tra il 1970 e il 1977 tra i comuni di Fraconalto (AL) e Busalla; assieme ai laghi del Gorzente costituisce un'importante risorsa idrica per Genova. Sempre in alta valle Scrivia, nel comune di Montoggio, fu realizzato negli anni venti del XX secolo lo sbarramento artificiale sul rio delle Noci - affluente dello Scrivia, dando origine al lago omonimo.
Nella zona del levante genovese, in valle Sturla, è ubicato il lago di Giacopiane nel comune di Borzonasca; sottostante rispetto a questo lago se ne trova uno minore, denominato lago di Pian Sapeio. I due bacini costituiscono la primaria fonte acquifera per la zona geografica del Tigullio, e delle valli adiacenti dell'entroterra chiavarese, e talvolta anche per Genova; il lago è inserito nel territorio del parco naturale regionale dell'Aveto.
Mare
I comuni della città metropolitana che si affacciano direttamente sul mare sono 16 su 67 comuni totali. Solo due di questi, Arenzano e Cogoleto, sono collocati geograficamente nella Riviera di Ponente (al confine con la provincia di Savona) mentre i restanti tredici sono compresi nella Riviera di Levante (Moneglia è l'ultimo comune costiero genovese prima del confine amministrativo con la provincia spezzina). Genova rimane incastonata tra i due litorali, dividendo di fatto le riviere liguri.
Se le coste di ponente risultano prevalentemente basse e sabbiose quelle del levante ligure sono principalmente alte e frastagliate. Le località sulla costa hanno saputo negli anni sviluppare il loro turismo proprio grazie al rapporto con il mare, prendendosi cura di esso e delle sue spiagge. Nel 2005[6] un finanziamento dell'Assessorato al Turismo della Provincia aveva permesso l'acquisto di piccoli battelli per la pulizia estiva (rifiuti e sporcizia) delle acque del Tigullio.
Nel periodo autunnale ed invernale le forti mareggiate erodono frequentemente i litorali, ma prontamente ricostituite nella stagione primaverile dai singoli comuni.
Il clima è tipico dell'area del mar Mediterraneo, con influenze oceaniche, come nel resto della regione e le sue temperature miti sono un forte richiamo turistico. Durante la stagione invernale le temperature, nei centri sulla costa, difficilmente scendono sotto lo zero assestandosi nella fascia compresa tra 7°-8° gradi e 10° nelle zone più riparate dalle correnti di provenienza settentrionale.
La neve scende raramente sulla costa. Si presenta con maggior frequenza solo in alcune zone litoranee di Genova, città più esposta ai venti da nord e soprattutto nei suoi quartieri più interni e collinari. L'inverno è invece nettamente più freddo sull'Appennino ligure, soprattutto sul versante padano, dove spesso nevica abbondantemente.
Nel periodo estivo le temperature medie costiere si aggirano intorno ai 23°-24° gradi e solo nei casi più estremi si possono superare i 35°; tuttavia la presenza di una forte umidità fa percepire al corpo umano diversi gradi in più rispetto a quelli reali.
L'orografia del territorio metropolitano permette a quella di Genova di essere senza dubbio una delle città metropolitane italiane con la maggior varietà di tipologie di clima da una zona all'altra, anche talvolta distanziate di pochi chilometri.
Nello specifico, è soprattutto il litorale a presentare le maggiori differenziazioni di clima. Infatti, d'inverno sono Voltri e Sampierdarena le zone con i climi statisticamente più rigidi perché posizionate allo sbocco di vallate che congiungono il versante marittimo con quello padano, mentre il resto della costa presenta temperature miti con punte di calore riscontrabili negli altri quartieri genovesi di Pegli, Quinto al Mare e Nervi e buona parte di tutto il Golfo Paradiso, tra Portofino e Rapallo e in prossimità delle località a ridosso dei rilievi montuosi, come Cogoleto, Zoagli e Moneglia.
Storia
Dalla preistoria all'Impero Romano
Numerosi reperti risalenti dal periodo Neolitico all'età del ferro sono stati rinvenuti in molte località costiere e montane della città metropolitana. Uno dei ritrovamenti più eccezionali è la necropoli rinvenuta a Chiavari, nel Tigullio, facendo presupporre agli storici i primi insediamenti umani già nell'era preistorica. La popolazione dominante fu soprattutto quella dei Liguri, i quali si estesero in tutta la regione e ampiamente nell'Italia nord-occidentale, suddivisi in altre piccole tribù locali come i Tiguli (che darà il nome alla zona geografica del Tigullio). Altri ritrovamenti preistorici sono stati recentemente scoperti, e pertanto ancora in fase di studi più approfonditi, in Val d'Aveto e in valle Stura.
Intorno al II secolo a.C. i Romani iniziarono la conquista della Liguria, sottomettendo i Liguri ed i loro villaggi. Conquista che risultò assai ardua, a causa della strenua resistenza delle popolazioni ed anche della divisione politica degli stessi Liguri nelle alleanze con Cartagine o Roma (supportati dai fatti storici della Prima guerra punica). L'esercito romano riuscì comunque, con sforzi notevoli, a conquistare la regione genovese e le sue valli, creando quello che in seguito sarebbe divenuta la IX Regio dell'Impero Romano.
Il medioevo e la Repubblica di Genova
I Bizantini dopo la guerra gotica, occuparono tutta la parte che va dal mare all'Appennino ligure, creandovi la provincia bizantina di Liguria, presa in seguito dal re longobardoRotari nel 641 che vi istituì il ducato ligure, con capitale Genova. Il porto di Genova divenne un porto franco. Sotto i Franchi la città metropolitana di Genova appartenne alla marcaobertenga, in seguito entrata a far parte della marca marittima che aveva il compito del controllo contro i Saraceni sull'alto mar Tirreno.
Con l'istituzione della Repubblica di Genova (XIII secolo) tutto il territorio ad essa assoggettata fu divisa in capitaneati e sottostanti podesterie locali. Parallelamente si assistette, in alcune zone del territorio genovese, alla creazione di signorie (assoggettate o, in altri casi, pure semi indipendenti da Genova) amministrate dalle varie famiglie nobiliari del tempo; tra queste i Fieschi, gli Spinola, i Doria e i Malaspina tra le più conosciute. Divisioni amministrative e giurisdizionali del territorio che in più occasioni portarono pure a scontri tra comunità (talvolta anche confinanti) in favore o contro la dominazione della Superba. Nella zona centrale dell'area metropolitana genovese, di fatto quasi alle spalle di Genova, alcune località aderirono ai Feudi imperiali.
Dallo stato genovese all'Italia unita
La storia del territorio genovese rimase pressoché legato ai fatti storici che interessarono lo stato genovese sino alla dominazione francese di Napoleone Bonaparte sul finire del XVIII secolo. Dopo il rapido passaggio del territorio dell'ex Repubblica di Genova nella Repubblica Ligure (1797-1805), e la conseguente annessione di quest'ultimo nel Primo Impero francese, questa area levantina della Liguria fu divisa amministrativamente in due principali dipartimenti (dipartimento di Genova e dipartimento degli Appennini) e sottostanti giurisdizioni, circondari e cantoni secondo il modello statale napoleonico: Genova e Chiavari furono pertanto i "capoluoghi" della provincia in questa fase storica.
Una divisione del territorio che decadde nel corso del 1815 con il passaggio dell'area ligure nel Regno di Sardegna. Il nuovo stato sabaudo smembrò il territorio in due distinte province (Genova e Chiavari) sotto la giurisdizione della VII divisione di Genova.
La Provincia di Genova venne istituita con il dalla legge Rattazzi del 1859; divenne operativa dal 1º marzo 1860 con la nomina a presidente provinciale dell'avvocato Antonio Caveri[7].
In attesa della creazione e deliberazione di un nuovo stemma o logo che rappresenti l'ente, la Città metropolitana di Genova nei documenti ufficiali utilizza ancora lo stemma già in uso per la Provincia di Genova. Analogamente l'ente metropolitano utilizza nelle cerimonie pubbliche e nelle manifestazioni che vedono la presenza del gonfalone il medesimo utilizzato per l'ex provincia genovese, al quale è stata sostituita la dicitura "Provincia di Genova" con "Città metropolitana di Genova". Se pur non citato ufficialmente nello statuto metropolitano (così come in precedenza nello statuto provinciale) vi è de facto quale simbolo di rappresentanza dell'ente pure il vessillo crociato di San Giorgio, già utilizzato nei secoli dalla Repubblica di Genova e (ufficialmente, come statuto comunale) dal Comune di Genova.
Descrizione araldica dello stemma:
«La Provincia di Genova ha diritto d'innalzare lo stemma, che è di argento, alla croce di rosso cimato alla corona propria delle Province e sostenuto da due grifoni al naturale affrontati, appoggiati su due volute d'oro, divergenti in fascia dalla punte dello scudo, con una lista d'azzurro svolazzante in fascia sotto la punta stessa, e la scritte dal motto "Libertas" in lettere maiuscole romane in nero.»
(Descrizione araldica dello stemma)
Lo stemma ufficiale, che (a parte la corona) era uguale a quello del capoluogo, venne approvato con l'apposito regio decreto di Vittorio Emanuele II di Savoia datato al 3 marzo del 1872.
Descrizione del gonfalone:
«Drappo rettangolare di stoffa color rosso, terminante nella parte inferiore a tre bandoni a forma di vajo irregolare, il centrale più lungo riccamente ornato con ricami d'oro e caricato con un rettangolo di stoffa bianca, con al centro lo stemma della Provincia»
(Descrizione araldica del gonfalone)
Il gonfalone ufficiale venne approvato con l'apposito regio decreto di Vittorio Emanuele III di Savoia datato al 31 gennaio del 1929.
Lungo il territorio metropolitano, da Cogoleto a Moneglia passando per le valli genovesi, numerose sono le postazioni difensive e residenziali erette principalmente dalla Repubblica di Genova e dalle famiglie nobiliari locali. Nei secoli successivi furono gli eventi storici a portare per alcuni castelli assedi, ampliamenti, ricostruzioni, conversioni ad usi statali o residenze private, se non addirittura la demolizione totale.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2015[9] i cittadini stranieri residenti nel territorio metropolitano erano 70.752, pari all'8,28% dell'allora popolazione provinciale.
Escludendo Genova (54.152), il comune con il più alto numero di stranieri residenti è Rapallo (3.089), mentre Rovegno si conferma l'ente comunale dove la percentuale di residenti stranieri, rispetto alla popolazione italiana, è più alta con il dato del 14,80%.[9]Fascia e Rondanina sono gli unici comuni del territorio provinciale dove non vi sono registrate presenze straniere[9].
Lingue e dialetti
Come ogni regione d'Italia anche la Liguria e quindi i suoi territori metropolitani e provinciali hanno adottato nei secoli una propria lingua ed espressioni locali.
Nella provincia il dialetto principale è tipicamente quello genovese della lingua ligure, con le sue innumerevoli varianti locali diffuse lungo tutto il tratto costiero che da Savona giunge ai dintorni di Rapallo e nell'alta valle Scrivia; anche le parlate del Tigullio orientale (zone del chiavarese e del sestrese) e della val Trebbia, pur presentando proprie peculiarità fonetiche e lessicali, appaiono ancora fortemente improntate al modello genovese.
Una rilevante eccezione, rispetto a questo panorama linguistico-dialettologico, è quella che si riscontra nell'estremo nord-ovest della città metropolitana (valle Stura e versante sud-orientale della val d'Orba), i cui dialetti si ricollegano a quelli dell'entroterra padano savonese e a quelli dell'Ovadese (dialetti bormidese, sassellese e dialetti orbaschi), ossia a quelle parlate, caratteristiche dell'Oltregiogo occidentale, che pur essendo di tipo prettamente ligure, presentano alcuni aspetti (soprattutto sotto il profilo sintattico-grammaticale) che le avvicinano ai dialetti di tipo piemontese delle Langhe e del Monferrato, mentre dal punto di vista fonetico e lessicale appaiono più prossime ai dialetti della media ed estrema Riviera di Ponente che a quelli del settore centrale e orientale del golfo di Genova.
Si tratta comunque di affinità dovute non a contatti o influenze dirette dell'area intemelia, imperiese ed ingauna, ma ad una serie di tratti "conservativi" che accomunano tutte le parlate della Liguria occidentale e dell'entroterra padano ligure, fino all'altezza del passo del Turchino.
La cucina genovese prende spunto per la maggior parte delle sue ricette dalla cucina ligure, unione culinaria tra i piatti di mare con i prodotti della terra.
Tuttavia piatti apparentemente semplici erano esaltati nei loro sapori dall'uso delle numerose erbe aromatiche come rosmarino, timo, ecc., che crescono spontaneamente su tutto il territorio metropolitano, tipiche della macchia mediterranea.
Tra i prodotti locali di grande pregio c'è sicuramente l'olio di oliva, base e condimento dei principali piatti della gastronomia genovese. Nella tabella successiva sono elencati alcuni piatti tipici che si possono trovare nella città metropolitana.
L'agricoltura della città metropolitana genovese trova sviluppo soprattutto nelle vallate adiacenti alle grandi città costiere della riviera. Grazie all'abile arte della costruzione dei muri a secco, grazie ai quali si era costituito il tipico terrazzamento ligure, le colline sono state ampiamente sfruttate dai coltivatori genovesi.
L'attività della pesca è assai antica e molto radicata nel tempo, soprattutto nei borghi marinari. Se nei secoli passati era di consuetudine intraprendere la "via marinara", la quale contribuiva molto all'economia del borgo, dalla metà del Novecento questa attività è quasi del tutto scomparsa in favore di un'economia di sostentamento più legata al turismo e alla ricezione, specie nei comuni costieri più grandi. Tuttavia, in alcuni centri costieri come Camogli, Santa Margherita Ligure e Sestri Levante la pesca è riuscita a mantenersi inalterata nel tempo: difatti il maggiore traffico del pescato proviene da codeste città.
Tra i maggiori mercati ittici, oltre a quello nel capoluogo ligure, meritano citazione quelli di Camogli e Sestri Levante che con un efficiente sistema di scambi commerciali raggiungono ogni località costiera, ma soprattutto montana.
Le maggiori concentrazioni dell'allevamento del bestiame sono quasi esclusivamente in val d'Aveto, dove è praticato il pascolo di bovini, caprini e ovini. Dall'attività vengono ricavati prodotti caseari o carne, esportati in tutta il territorio metropolitano e oltre confine.
Approvvigionamento idrico
Secondo alcune stime[11], il fabbisogno idrico dell'allora provincia era reperito dalle seguenti risorse e con la seguente quota:
Risorsa idrica Tipologia
Totale Regione mc/anno
Totale Provincia mc/anno
% su Totale Reg. %
Sorgenti
44.076.907
2.644.614
6,00
Falda drenante
900.000
0
0,00
Bacini
63.943.799
29.030.485
45,4
Fiumi
41.664.743
9.082.914
21,8
Pozzi
86.238.911
64.592.944
74,90
Risorse extraregionali
7.342.427
Totale
244.166.787
105.350.957
43,1
Si noti come la maggior parte degli approvvigionamenti provenga da pozzi e bacini, ad indicare la particolare ricchezza di falde sotterranee (non drenanti) di cui è dotato il territorio.
La qualità e la potabilità dell'acqua di tale provenienza è costantemente monitorata (ASL, ARPAL).
Industria
Le attività industriali sono per lo più concentrate a Genova, dove trovavano spazio grandi industrie come Ansaldo, Leonardo-Finmeccanica e cantieri navali come la Fincantieri. Nel resto della città metropolitana sono diffusi, specie nel Tigullio, industrie nel settore navale (Lavagna, Sestri Levante e Riva Trigoso), anche se una forte crisi commerciale degli ultimi anni antecedenti la soppressione (legata soprattutto alla notevole concorrenza europea) ha creato disagi e mobilitazioni nelle maggiori industrie del settore. Sul territorio città metropolitano insistono inoltre piccole e medie attività industriali ed artigianali.
Nei comuni montani, maggiormente in val Fontanabuona, è ancora fiorente e redditizia l'estrazione e la lavorazione dell'ardesia, chiamata "la pietra nera", esportando prodotti (tra i più richiesti i biliardi) in tutta Italia ed in Europa conquistando quasi interamente il settore ardesiaco. Altre attività presenti nelle vallate genovesi sono dedite alle lavorazioni della plastica, del legno e della carta.
Energia
Il territorio genovese è dotato di un impianto di produzione di energia elettrica: la centrale elettrica dell'Enel, adiacente alla Lanterna di Genova.
Turismo
Il nucleo metropolitano, esclusa la città capoluogo, basa principalmente la sua economia sul turismo nazionale e straniero. La città metropolitana, con Genova in primis, offre al turista migliaia di opportunità e scelte con canali diversi. Durante la stagione estiva i comuni rivieraschi si alternano con spettacoli musicali, culturali e cabaret, registrando ogni anno ampi consensi dai turisti vacanzieri. Anche i comuni dell'entroterra o montani stanno riscoprendo il turismo, grazie alle molteplici feste, fiere e sagre organizzate proprio durante la bella stagione, uscendo da una sorta di isolamento territoriale.
Anche la cultura è fonte di turismo: mostre, rassegne teatrali e convegni contribuiscono a valorizzare il territorio e le culture locali. Le seconde case sono, specie per le città sulla costa, un motivo diffuso di permanenza di turisti, soprattutto italiani.
Il capoluogo
Genova, capoluogo regionale e metropolitano, sesta città italiana per popolazione, ha un'economia (la quarta in Italia) che, dopo decenni di forte industrializzazione, sta covertendosi al settore terziario e a quello avanzato. Ha un grande porto, uno dei maggiori in Italia ed in Europa, con notevoli traffici, commerciali e turistici. Negli ultimi anni sta qualificandosi come città d'arte, con una crescita importante nel settore del turismo. Offre molte attrazioni, tra cui il famoso acquario di Genova, dove ogni anno si registrano migliaia di presenze italiane e straniere. Il centro storico, uno dei più estesi d'Europa, attira molti turisti incuriositi da questa parte della città formata da stretti vicoli e carrugi. Eventi e manifestazioni si svolgono tutto l'anno, basti ricordare i suoi musei e le gallerie d'arte, qualificando Genova una delle città più importanti del Nord d'Italia.
Le vallate
La città metropolitana, oltre ai suoi comuni costieri del Golfo Paradiso e Tigullio, offre ampie opportunità turistiche anche nelle sue vallate collinari e montane. In val d'Aveto, nel periodo invernale, impianti sciistici nel comune di Santo Stefano d'Aveto sono meta di turisti vacanzieri provenienti dal comprensorio genovese, piacentino e parmense. Le altre valli provinciali, come ad esempio la val Fontanabuona, sono maggiormente dedite all'economia industriale. In zona sono presenti numerose cave di ardesia, che offrono nel lavoro di estrazione sostentamento alle famiglie della vallata. Nonostante la forte concorrenza, maggiormente dalla Cina, l'ardesia estratta dalle cave fontanine viene progressivamente esportata nell'intero territorio nazionale ed europeo.
Da molti anni è possibile sfruttare servizi di traghetto e motonave che trasportano i turisti dalla dal capoluogo genovese alle località della riviera ligure del Golfo Paradiso, del Tigullio e, verso levante, fino alle Cinque Terre nello spezzino.
La città metropolitana è attraversata da quattro autostrade delle sei arterie presenti nel territorio regionale. Da ovest verso est l'autostrada A10 - detta anche "dei Fiori" - permette il collegamento diretto di Genova, Savona con Ventimiglia, quest'ultima "città di confine" tra Italia e Francia.
Le strade metropolitane (che, nonostante la soppressione della Provincia di Genova dal 1º gennaio 2015, ancora mantengono la denominazione di "strade provinciali") permettono principalmente il collegamento dell'entroterra con i comuni costieri. Lo sviluppo complessivo della rete viaria metropolitana ammonta a 1125,265 km[12]. Le città di Genova, Busalla e Chiavari sono le principali "porte di accesso" dei piccoli comuni valligiani e dell'entroterra dell'Appennino ligure.
Nell'agosto del 2018 alcuni tratti viari di competenza della Città metropolitana di Genova sono passati alla gestione diretta dell'ANAS.
Nel territorio del comune di Genova sono presenti 22 stazioni ferroviarie. Ciò favorisce molto lo spostamento in treno della popolazione, attuato grazie al suo servizio ferroviario urbano.
Inoltre esiste una linea ferroviaria locale, la Genova-Casella, a scartamento ridotto, collegante tramite un caratteristico trenino la città di Genova con il comune di Casella in alta valle Scrivia.
A Genova è presente una linea di metropolitana leggera, lunga 7 km e dotata di 8 stazioni, che collega il quartiere Rivarolo, sito in Vapolcevera, col centro della città, passando per il terminal traghetti, il Porto Antico, il centro storico e le due stazioni ferroviarie principali (Genova Brignole e Genova Piazza Principe).
Sono inoltre presenti due funicolari (Zecca-Righi e Sant'Anna) e una ferrovia a cremagliera (Principe-Granarolo, erroneamente detta "tranvia" a causa del suo passaggio radente ai palazzi).
Porti e aeroporti
Lo scalo marittimo commerciale più importante della città metropolitana è il porto di Genova che, con i suoi moderni terminal (come il VTE-Voltri Terminal Europa, porto commerciale adibito alla movimentazione dei container), è uno dei più importanti del bacino del Mediterraneo.
L'amministrazione della città metropolitana ha sede a Genova, nello storico palazzo Doria-Spinola sito in piazzale Giuseppe Mazzini 2, e sede altresì della prefettura (e già del soppresso ente provinciale).
Dal 6 novembre 2022 è Marco Bucci, primo cittadino di Genova e appartenente all'area politica di centro-destra, che ricopre la carica di sindaco metropolitano e a capo del Consiglio metropolitano formato da 18 consiglieri tra i rappresentanti politici del territorio metropolitano genovese (formato da sindaci e consiglieri comunali). Nelle elezioni del Consiglio la maggioranza è formata dalla lista "Per la città metropolitana" (12 consiglieri, di area centro-destra); i 6 consiglieri di minoranza fanno parte della lista di area centro-sinistra "Civici Democratici Progressisti".
Comuni metropolitani
La città metropolitana si suddivide convenzionalmente in 15 aree geografiche, distinguibili soprattutto dal punto di vista morfologico:
La parte costiera del territorio metropolitano è costituito da quattro zone geografiche, dalla Riviera del Beigua (tre comuni), dal Comune di Genova (costituita dai precedenti comuni genovesi soppressi nel 1929 e diventati successivamente delegazioni-municipi della città di Genova), dal Golfo Paradiso (sette comuni) e dal Tigullio (otto comuni).
Lo sport nel territorio della città metropolitana si è diffuso sin dalla seconda metà del XIX secolo con la fondazione di diverse società di ginnastica come la Cristoforo Colombo, una delle più antiche a livello nazionale. Numerosi ginnasti dell'area hanno ottenuto la medaglia d'oro nel concorso a squadre ai Giochi olimpici tra il 1912 e il 1932. Luigi Cambiaso e Mario Lertora vi riuscirono in due diverse edizioni.
La città metropolitana vanta inoltre una forte tradizione in due degli sport di squadra più popolari in Italia: il calcio e la pallanuoto. Le compagini locali hanno infatti ottenuto diverse affermazioni nei tornei nazionali ed europei.
Sono sei le squadre pallanuotistiche locali che hanno vinto almeno uno scudetto: la Pro Recco vanta trentatré affermazioni, l'Andrea Doria otto, il Camogli sei, il Genoa quattro, il Bogliasco e lo Sturla una. La Pro Recco, che ha ottenuto la vittoria di trofei anche in ambito europeo, milita in Serie A1 assieme al Quinto.
Nella pallanuoto femminile due compagini della città metropolitana hanno vinto il massimo campionato: Pro Recco e Rapallo. Il Rapallo milita in Serie A1 assieme al Bogliasco.
^ M. Bottaro (a cura di), Il Palazzo Doria Spinola, in Storia della Provincia di Genova, P. Cavanna e P. Loss (grafica), M. Boccaccio, B. Cervetto, M. Fantoni, G. Isola, R. Olivieri e con la collaborazione di I. Carlini, 1980. URL consultato il 2 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2012).
^ M. Bottaro (a cura di), Brevi cenni sulla storia dell'Ente Provincia, in Storia della Provincia di Genova, P. Cavanna e P. Loss (grafica), M. Boccaccio, B. Cervetto, M. Fantoni, G. Isola, R. Olivieri e con la collaborazione di I. Carlini, 1980. URL consultato il 2 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2006).
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.