Da quest'anno le classi gareggiate in singolo si ridussero a tre e, dopo l'abolizione della classe 80, la categoria con cilindrata più bassa divenne la classe 125; per quanto riguarda i punteggi le regole restarono invariate rispetto all'anno precedente.
Diversamente dagli anni precedenti, in quasi tutti i gran premi gareggiarono tutte le classi tanto che anche la 125 e le motocarrozzette ebbero rispettivamente 14 e 13 gare.
Il 1990 segnò l'inizio del dominio di Wayne Rainey in 500: sette le vittorie del pilota Yamaha, sempre a punti con l'eccezione del GP d’Ungheria (vinto da Michael Doohan, alla sua prima vittoria nella classe regina). In questa categoria si vide però anche una massiccia riduzione dei piloti partecipanti e furono diverse le prove che videro al traguardo solo 15 o ancora meno dei partenti.
Il Gran Premio delle Nazioni fu disturbato dalle avverse condizioni atmosferiche, la gara venne interrotta dopo 15 giri e si assistette ad una doppia partenza.
Per quanto riguarda i costruttori, oltre alle tre case motociclistichegiapponesiYamaha, Honda e Suzuki, classificatesi in quest'ordine al termine della stagione, era presente in forma ufficiale solamente l'italianaCagiva che non ottenne peraltro risultati di particolare rilievo, tanto da decidere di non partecipare neppure all'ultima gara di campionato in Australia.
A fine stagione si ritirò dalle competizioni del motomondialeChristian Sarron, iridato in classe 250 nel 1984 e giunto al nono posto in quest'ultimo anno di partecipazioni.
La stagione della quarto di litro vide una supremazia abbastanza marcata da parte di John Kocinski che si aggiudicò 7 dei 15 gran premi stagionali in sella ad una Yamaha YZR 250.
La casa dei tre diapason si aggiudicò così anche la classifica costruttori, grazie anche al contributo di Luca Cadalora che vinse altre tre prove.
Curiosamente entrambi i piloti Yamaha erano seguiti da team gestiti da due campioni del mondo degli anni precedenti, Kenny Roberts per quanto riguarda il pilota statunitense e Giacomo Agostini per l'italiano.
Il Gran Premio di Jugoslavia fu interrotto per un grave incidente occorso a tre giri dalla fine regolare della corsa; la classifica venne stilata sulla base dei risultati al giro precedente. Tale incidente segnò anche la fine della carriera per Reinhold Roth che non si riprese più completamente.
Diversamente dalle 500 e dalle 250 che furono presenti in tutte le occasioni, nell'ottavo di litro le prove della stagione furono solamente 14 e non corsero nel GP degli Stati Uniti d'America.
Diversamente dalle classi di cilindrata maggiore, in classe 125 non vi furono particolari dubbi in merito a quale fosse la casa motociclistica più efficiente: Honda piazzò 5 piloti equipaggiati con le sue motociclette ai primi 5 posti nella classifica finale.
Alle spalle del vincitore Loris Capirossi, si piazzò Hans Spaan, vincitore addirittura di 5 gran premi (contro i 3 conquistati da Capirossi). Il titolo si decise all'ultima gara: Capirossi poté contare sul gioco di squadra tutto italiano attuato da Gresini (quest'ultimo ricevette anche un pugno da Spaan in piena cosa), Romboni e Casanova, che tennero indietro l'olandese per far vincere il connazionale[1].
L'unico pilota non equipaggiato da moto giapponesi che ottenne dei buoni risultati, compreso 3 vittorie nelle singole prove, fu lo spagnoloJorge Martínez già vincitore di titoli iridati in classe 50 e 80 negli anni precedenti.
Da registrare anche il ritiro, avvenuto al termine di una stagione deludente in cui non ottenne punti iridati, di Stefan Dörflinger, pilota quattro volte iridato nelle piccole cilindrate.